Nuraghe Su Sonadori - Villasor, Provincia del Sud Sardegna

Filippo

Il Nuraghe si trova in località S’Acqua cotta, piu’ precisamente percorrendo la S. S. 196 in direzione Villacidro una volta giunti all’altezza dell’ incrocio che porta Sinistra per Vallermosa e a destra per Samassi, si svolta a Sinistra per Vallermosa ,a circa due o trecento metri e subito a Sinistra si trova la strada che conduce alla idroterme S’acqua Cotta, non svoltare e percorrere altri 500 mt. circa in direzione Vallermosa, alla nostra destra su una colineta è visibile alla strada il sito archeologico dle Nuaraghe Su Sonadori. “Il 30 maggio 1994 ha inizio la prima campagna di scavi conclusasi nel settembre del 94, la seconda fra il 12/1995 e il 6/1996 e la terza e ultima iniziata il 24/3/1997 e conclusa 1/8/1997, hanno riportato alla luce un monumento nuragico con bastione esalobato (a sei torri) di grnade importanza scientifica, del quale la sopritendenza prevede di continuare l’ esplorazione in collaborazione col comune di Villasor.”  Così parlava nel lontano 2000 la Dottoressa Maurizia Canepa Direttore Archeologo della soprintendenza archeologica  per le province di Cagliari e Oristano. Oggi il sito archeologico giace nel  piu’ completo stato di abbandono.

Grand peccato e sopratutto ennesima ocasione persa per dare Villasor quella visibilità turistico/culturale che merita.

By Antonella Soddu

Leonardo Corda

Purtroppo il nuraghe è abbandonato a se stesso. È tutto recintato. Per arrivarci ho dovuto saltare e passare poi in un terreno privato. Un vero peccato che non ci sia un misero cartello che lo identifichi o che ne indichi l'esistenza.

A. Zedde

Il "meglio conservato" (si fa per dire...) dei vari nuraghi di cui è disseminato il territorio tra Vallermosa e Villasor, sicuramente fertile vista la pianura irrigua e la presenza della vicina fonte termale di S'Acqua Cotta. Il sito, oggetto di scavi nel secolo scorso, ha restituito numerosi reperti, ma molto rimane ancora da portare in luce.
La struttura, come spesso capita, è del tutto particolare, dato che malgrado le varie torri non di tratta di un "polilobato" classico, ma di un mastio centrale, del quale restano eretti 4 filari di blocchi sbozzati, circondato ma separato da una cinta da 6 torri disuguali collegate da murature. Lo stato del terreno circostante lascia intuire la presenza di un probabile villaggio, ma l'intensa antropizzazione del luogo per usi agricoli ha lasciato ben poco di visibile, almeno all'attuale piano di campagna. Gli scavi sarebbero dovuti proseguire negli anni 2000, ma non risultano iniziative svolte o previste.
Sarebbe raggiungibile con relativa facilità, ma è situato all'interno di un'azienda agricola.

Pierpaolo Pilia

Il nuraghe, costruito con blocchi disposti a filari con differenti forme e pezzature, è di tipo complesso con la particolarità della fusione della torre centrale, in origine singola, con sei edifici successivi, uniti tra loro da cortine murarie, che la circondano.

Gli edifici adiacenti alla torre racchiudono un ampio cortile al quale si accede esternamente attraverso un andito di ingresso posizionato a E, in origine probabilmente coperto, che conserva ancora un pavimento acciottolato.

La torre centrale, con ingresso S-SO sopraelevato di circa un metro rispetto al cortile, è costruita con grossi blocchi appena sbozzati. L’andito strombato, che conserva qualche tratto della primitiva pavimentazione lastricata, permette l’accesso alla camera, originariamente voltata a tholos, che risulta su un livello inferiore rispetto all’ingresso e presenta un battuto argilloso realizzato sopra la roccia originaria. In posizione opposta rispetto all’ingresso sono visibili i resti di un bancone o di un sedile che, probabilmente, correva lungo tutta la circonferenza interna della camera. L’assenza di resti di scala intramuraria non permette di avanzare ipotesi certe circa l’esistenza di un piano superiore.

A differenza degli altri nuraghi complessi, Su Sonadori presenta i corpi aggiunti come elementi autonomi uniti tra loro da brevi tratti di muro.

La presenza di alcuni ruderi esterni al complesso del nuraghe, oltre ai sei edifici visibili, fanno ipotizzare l’esistenza di un villaggio costruito forse nella prima fase di vita della torre centrale; tale abitato fu probabilmente soppiantato in parte dalle successive strutture che, nella parte settentrionale e orientale, si presentano più massicce, mentre in quella meridionale sembrano conformarsi alle più esili capanne circolari precedenti.

La torre centrale ha restituito un vasto campionario ceramico comprendente per la maggior parte vasi a colletto, olle, tegami e scodelloni, sono invece di numero inferiore i ritrovamenti di teglie, scodelle e scodelline.

La torre centrale risale al periodo di passaggio dal Bronzo Medio a quello Recente, a quest’ultimo risalgono anche i corpi aggiunti.

Probabilmente il complesso registrò un abbandono durante il Bronzo finale per poi essere successivamente occupato, come testimoniano il riutilizzo di una torre nel II-I sec. a.C. e la presenza di alcuni edifici rettangolari di origine romana.

Alberto Manca

Cosa si può aggiungere alla visione di questo sito. Molto comprensibile nelle forme e dopo gli scavi eseguiti grazie ai finanziamenti del Comune di Villasor però c'è da osservare che, come comunemente stabilito in troppi altri siti del periodo nuragico, che la nostra storia non può essere liberamente raggiunta perché troppo spesso si (magari anche giustamente) limitano i siti con dei reticolati, puntualmente danneggiati dai vandali (perché altro sostantivo non si può trovare dinanzi a tali atteggiamenti), che in ogni caso impediscono puntualmente la libera fruizione di un respiro di cultura nostrana. Quindi sarebbe opportuno, ogni qualvolta si eseguono degli interventi di tutela e ripristino far si che ci siano delle libere vie d'accesso dalle strade pubbliche. D'altronde nei siti del Nuraghe Orgoduri o magari quello del Nuraghe Genna è S'Armentu son stati posti dei cancelletti aperti che sono richiudibili a visita ultimata affidandosi al buon senso delle persone... anche se spesso è molto scarso. Ma dobbiamo puntare sul turismo archeologico della nostra terra perché è un tesoro inestimabile.

Fabrizio Marras

Struttura particolare, peccato che ci sia ancora da scavare. Abbastanza diroccato. Per l'accesso bisogna trovare punti in cui la recinzione sia divelta. Merita una visita.

Giorgio Fenu

Favoloso ma ormai quasi distrutto

Giorgia Muscas